Una storia da Intercity 707 è quella de “La setta dei poeti estinti“.
In questi giorni per cui è difficile trovare degli aggettivi, loro ci propongono quelli che possono darci un po’ di conforto o farci pensare pescandoli dallo sterminato serbatoio della poesia mondiale.
Dietro questo progetto di divulgazione culturale, nato sui social network, c’è anche un’anima lucana, quella della poetessa aviglianese Mara Sabia.
Assieme a suo marito, il giornalista romano Emilio Fabio Torsello, che ha ideato e fondato la Setta, ogni giorno cercano e diffondono su internet una selezione poetica ragionata, frutto della loro invidiabile conoscenza della materia – che include e valorizza il prezioso patrimonio di poeti lucani.
Sono stati i primi a intuire che, nel contesto frammentato dei social network, e di Instagram in particolare – dove comanda l’immagine e la parola è prima di tutto spazio e quindi grafica – la poesia, già concepita come testo spaziale, avrebbe potuto trovare una sua ragione d’esistere.
Usando la semplicità della pagina bianca su cui galleggia il testo poetico hanno inventato nel contesto dei social un’estetica che ha fatto scuola, ma soprattutto hanno trasformato la frammentarietà di internet in un’opportunità, permettendo di riempire di contenuti quello che altrimenti sarebbe stato solo uno sterminato depliant di vacanze.
Se su Instagram è comparso il testo e la possibilità di esprimersi attraverso di esso – e non solo sognare posti sempre fighissimi e venderci tutti come fighissimi – lo si deve a mio parere in buona parte a loro, almeno in Italia.
Oserei dire che adesso, grazie a questa felice intuizione e a un lavoro costante, sono una potenza: hanno 200 mila fedelissimi follower (per dire: all’incirca quanti ne ha l’attore Luca Zingaretti); sono un punto di riferimento per le case editrici che passano da loro per presentare autori di punta; organizzano serate di letture poetiche che fanno sempre – e dico sempre – sold out; producono podcast di argomento letterario (su Spotify ce n’è uno su Gabriele D’Annunzio, autore che certamente amano e che difendono dalle critiche politiche dei soliti cercatori di purezza, che affollano internet e la società, ormai incapaci di distinguere l’uomo dall’artista).
Tra tutte queste cose che sono La Setta dei poeti estinti, ce n’è una, però, che mi piace più di tutte. Ed è molto personale. Il fatto che Mara ed Emilio siano una coppia nella vita.
Si respira fra loro una complicità artistica che assomiglia alle biografie dei poeti che raccontano.