Caparezza è come il buon vino: più stagiona, più migliora.
Sia chiaro: lui è uno di quelli che non ha mai deluso. Non è facile riuscirci, a meno che tu non abbia qualcosa da dire. E lui, con alle spalle 22 anni di carriera, ha da dire ancora tanto.
Bene hanno fatto, insomma, gli organizzatori del Sonic Park di Matera a scegliere “Exuvia”, il tour con cui il rapper di Molfetta è tornato live dopo quattro anni di assenza, come concerto di apertura della prima edizione, gemella dell’omonimo e già rodato cartellone di Stupinigi (Torino).
Caparezza ha dominato il palco della Cava del Sole ininterrottamente per oltre due ore e mezzo, accompagnato dalla band di sempre, da un gruppo di ballerini e da una serie di imponenti macchine scenografiche di cartapesta, realizzate dall’artista del Carnevale di Putignano, Deni Bianco.
Chi segue Caparezza, infatti, sa che i suoi dischi, dal vivo, diventano dei diorami: la musica si fa performance, diventa teatro, un viaggio dove lui è protagonista e, al contempo, narratore: una specie di Virgilio arguto, ironico, tagliente e dispettoso.
Il paragone dantesco non è un caso: “Exuvia”, l’ultimo album in studio uscito lo scorso anno, nasce da una selva di pensieri che, idealmente, viene rappresentata sul palco mescolando creature leggendarie, Van Gogh, Ariosto, i videogame, l’esoterismo, il rap, il rock e il synth-pop, brani vecchi e nuovi, che diventano funzionali ad una narrazione più ampia, nella quale Caparezza emoziona, insegna, fa ridere e sorridere ma, soprattutto, fa riflettere. In modo spontaneo, attraverso il linguaggio della musica.
“Exuvia”, d’altronde è tutto incentrato sul cosiddetto “rito di passaggio”, e lui, che dal Mikimix degli anni ’90 è diventato Caparezza per poi evolversi continuamente per contenuti e messaggi, lo ha compiuto e continuerà a farlo, essendosi definito “uno che si annoia facilmente”. Spetta a noi, attraverso il suo show, riuscire a intercettare il nostro obiettivo e raggiungerlo, fuori dalla selva dei nostri pensieri fino a riveder le stelle.
Caparezza è un grande artista, insomma, così come il Sonic è un gran festival che ha compiuto anch’esso il suo rito di passaggio: da idea a realtà, una bellissima realtà.
La gallery fotografica di Giuseppe Petragallo:
La scaletta del live:
Intro
Canthology
Fugadà
Larsen
Campione dei ’90
Contronatura
Mica Van Gogh
Eyes wide shut
Una chiave
Il mondo dopo Lewis Carroll
Goodbye malinconia
China town
La certa
El sendero
Come Prypjat
Vengo dalla luna
Abiura di me
Zeit!
La scelta
Mi fa stare bene
Exuvia
Vieni a ballare in Puglia
Fuori dal tunnel