È il 21 ottobre del 1959 quando Franco lascia Matera. “Partendo avevo la sensazione di lasciarmi l’infanzia alle spalle, ma anche la fame”. Quella di Toronto, in Canada, è però una realtà differente e ostile per un mediterraneo: il pregiudizio verso gli italiani, un clima differente, la nostalgia di casa.
Per non soccombere, Franco deve rimboccarsi le maniche e dimostrare a sé stesso di potercela fare.
Il percorso lavorativo
Franco lavora come calzolaio, imbianchino e diventa proprietario di un calzaturificio. Tuttavia, la bancarotta sembra segnare la fine dei suoi sogni. È in quel momento, quando tutto sembra perduto, che un incontro provvidenziale gli insegna che c’è una seconda chance per tutti, purché la si sappia cogliere. Questo incontro gli offre una nuova opportunità di riscatto e crescita personale.
Il legame con Matera
Oggi, Franco si definisce un “materano verace”. Pur vivendo a migliaia di km di distanza dal luogo in cui è nato, continua a parlare il dialetto materano e a mantenere un legame saldo con la terra natia. “Il dialetto devi tenerlo ben stretto dentro di te”, afferma, sottolineando l’importanza di preservare le proprie radici e la propria identità culturale.
Un esempio di resilienza e speranza
La storia di Franco Campanaro è un esempio di resilienza e speranza. La sua capacità di affrontare le difficoltà e di trovare nuove opportunità, anche quando tutto sembra perduto, è una lezione preziosa per tutti coloro che si trovano ad affrontare le sfide dell’emigrazione. Franco ci ricorda che con determinazione, coraggio e la volontà di cogliere le seconde chance, è possibile trasformare ogni esperienza in una nuova avventura ricca di possibilità.