Il Calendario di pietra

Oliveto Lucano

Sulle pendici del Monte Croccia, si trova un’enigmatica testimonianza del passato: il Calendario di Pietra. Un’opera megalitica datata all’età del Bronzo che ha da sempre affascinato studiosi e appassionati di misteri.

Nella foresta di Gallipoli Cognato, dominano imponenti cerri che raggiungono i 35 metri di altezza. Tra questi alberi maestosi, si trovano i massi erratici, testimoni dell’ultima glaciazione e rifugi dell’uomo preistorico durante il Mesolitico. Uno dei gruppi di massi, chiamato “Petre della Mola”, mostra segni di lavorazione preistorica, utilizzati per affilare utensili da lavoro. Inoltre, si trova un calendario di pietra dove, il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, l’uomo preistorico osservava il sole tramontare in una fessura rocciosa. Nella stessa foresta, si trovano le imponenti mura di cinta che circondavano e proteggevano l’acropoli, risalenti a due periodi distinti: quello arcaico e quello classico. Questi insediamenti furono abitati dai Lucani, un popolo di guerrieri spartani noto per la loro combattività. Le fortificazioni avevano lo scopo di difendersi dalle incursioni, come quella di Taranto, che coinvolse persino Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno. Gli insediamenti lucani erano tipicamente situati sulle sommità delle montagne, dove la luce penetrava tra gli alberi, riflettendo il significato del nome Lucania, che deriva dal greco “līkeios”, luminoso o splendente.

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